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Ciao a tutti
Una cosa che forse non ho mai davvero spiegato è il perché di questo blog. Certamente è fatto in modo credo e spero
simpatico, ma quello che voglio dare io è più profondo e serio!
Scrivere del mondo della “elficología”, (un termine coniato dal francese Pierre Dubois nel 1967 per riferirsi allo studio del "piccolo popolo", la magia e gli esseri elementari o guardiani della natura in pratica quelli noti come gnomi, elfi, fate, troll, folletti, uomini selvatici, giganti, etc….) non è cosa semplice se si vuole farlo seriamente, quindi con ricerche su libri e di conseguenza sui luoghi sulla storia e così via… Il mio blog nasce dall’ambizione di far conoscere anche in Italia questa disciplina interessante, di rigore scientifico e diffondere tali studi. L’Italia (come la maggior parte dell’Europa ma non solo) è un paese ricco di spiriti della natura, ma c’è poco interesse e ancor meno ci si crede nella loro esistenza, dal mio punto di vista esistono ma sicuramente in altre dimensioni, visibili solo se e quando vogliono loro!! Ci sono molti casi di avvistamenti di esseri soprannaturali di questo tipo ma pochi lo dicono, spesso per vergogna (si sa parlare di gnomi fa sorridere figuriamoci dire si li ho visti o ci credo…) Sicuramente non siamo l'unico pianeta con la vita, non siamo l'unica specie di ominidi che popolano la terra, anche se alcuni dicono il contrario ... Non siamo soli.



LA PECA DEL MAZZAROL

L'altra volta si parlava del Mazarol, e ora sistemando le varie cartelle del mio pc ho trovato questo articolo che voglio condividere con voi.

La prima parte è in dialetto la seconda è la traduzione...


'L era an omet picenin, vestì de rosso, che lassea le peche dove el passea.

Quando la dent metea el piè su ste peche, non l'era pi bona de vegner fora e i girea intorno perdendose.

Na olta an om el se avea venturà su le boe de Scarnia e 'l avea mess an piè su la peca del mazzarol, e non 'l era pi bon de vegner a casa.

Anche la sorela de me nono l'era andata sui borai de Scarnia e non l'era pi bona vegner fora, e l'ha scominzià a osar: "Vegné a torme! Son su le boe de Scarnia !"
E 'l era vero che la se avea persa.

Non se sa el perché.

Se pensa l'avess mess la scarpa su la peca del mazzarol.
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Era un ometto piccolo, vestito di rosso, che lasciava le impronte dove passava.

Quando la gente metteva il piede su queste orme, non era più capace di venirne fuori e girovagava a vuoto, finendo per perdersi..

Una volta un uomo era andato sui borai dello Scarnia e aveva messo il piede sull'orma del mazzarol e non era più in grado di tornare a casa.

Anche la sorella di mio nonno era andata sui borai dello Scarnia e non era più capace di venirne fuori, e a cominciato a urlare: "Venite a prendermi.
Sono sulle boe dello Scarnia !"

Ed era vero che si era persa.

Non se ne conosce la ragione.

Si pensa che abbia messo la scarpa sull'orma del mazzarol.
[Villabruna di Feltre (BL), ott. 1992; Gina, a. 65, contad.; E. Ricci]

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